Sicuramente
ripercorrere le tracce della storia del ritratto fotografico sarebbe tedioso e
dispersivo. Qui di seguito menzionerò alcuni eventi che potrebbero incuriosire.
Resta sempre valido comunque il consiglio di leggere libri sulla storia del
ritratto ed interessarsi non solo alla fotografia ma all’ arte in generale come
sculture e dipinti soprattutto osservando l’uso ed il posizionamento delle
ombre in funzione del risultato da ottenere. L’osservazione è uno strumento
importantissimo per crescere fotograficamente.
Il punto di vista
migliore quando si osserva una foto o un dipinto resta quello di mettersi dalla
parte dell’artista, svuotando la propria mente da critiche o apprezzamenti
dedicandosi solo al comprendere ciò che l’artista voleva rappresentare.
·
Qual’era l obiettivo del fotografo nel
realizzare il ritratto?
·
Qual’era l’obiettivo del modello?
·
A quale pubblico è destinato il ritratto?
Andando ad una mostra fotografica ci aspettiamo di vedere
immagini che ci accrescano . La possibilità di trarne il massimo profitto è
proporzionale alla nostra capacità di vedere oltre l’immagine. Un aspetto da
tener sempre presente è che il soggetto ritratto sarà parte attiva nella composizione del nostro ritratto pertanto questo
diventa un problema estremamente interessante perché esiste un interesse in
gioco finale da parte di entrambi o addirittura da parte di un terzo che
potrebbe aver commissionato il ritratto.
Parlando di una delle “relazioni” più interessanti della storia
dell arte mi piace narrare velocemente quella tra il principe Filippo IV e Diego Velasquez pittore. Filippo si
innamorò talmente tanto dei ritratti di Velasquez che fece ritirare tutti
quelli che gli erano stati fatti sino ad allora. Ad una attenta osservazione
del ritratto, onestamente, non sembrano molto belli mettono in risalto alcuni
difetti tipici di Filippo ma forse proprio queste imperfezioni piacevano al
principe che lo tenne a corte sino alla fine dei suoi giorni. Con questo non
voglio dire che il giudizio della modella o del modello debbano essere l’ago
della bilancia ma in ogni caso è necessario capire se nel ritratto al di la
della bellezza estetica il nostro soggetto ci si rivede ci si riconosce, senza
rischiare di snaturarlo completamente. Gli aspetti psicologici del ritratto che
saranno studiati più avanti sono tantissimi e vanno valutati molto
attentamente. Approcciare con enorme spontaneità, con grossa apertura mentale e
con la propria anima pronta ad incontrare quella delle altre persone .
L’avvento
della fotografia rivoluziona un po tutto il mondo della ritrattistica. Il
ritratto viene sempre commissionato perché è sempre necessaria la presenza di
un tecnico esperto ma i costi diventano
sempre più popolari. Il ritratto fotografico del XIX secolo era la così detta
Carte de visite.Nel 1888 George Eastman rivoluziona la pellicola creandone una
avvolgibile , e attraverso la Kodak la fotografia viene messa nelle mani delle
Masse , diventando uno dei sistemi di comunicazione più usati oggi. La storia
della fotografia merita d’essere studiata affondo ma soprattutto meritano
d’essere ammirati artisti come Nadar, Avedon , ma non vi è molto spazio in
questa piccola dispensa che è dedicata ad affrontare l’aspetto teorico/pratico
della fotografia di ritratto. Ciò nonostante alla fine del presente manualetto
sarranno elencate le fonti che ritengo fondamentali per creare un bagaglio
culturale minimo.
Entriamo
ora nel vivo del nostro percorso. Infatti dopo aver visto le foto dei più
grandi ritrattisti del passato è ora di dare uno sguardo a come è cambiato il
ritratto ed il suo significato nei secoli. Diamo innanzi tutto una
definizione generica del ritrato da cui partire. “ Il ritratto è la
rappresentazione dell’aspetto di una persona o di un gruppo di persone”. A mio
avviso comunque dipende molto dal contesto in cui il soggetto/ti è inserito. Il
ritratto diventa oggi un’espressione di un modo di essere di un modo di vivere
, l’espressione di ciò che siamo o che vorremmo essere o di quello che non
siamo mai riusciti a diventare. Il significato di ritratto espande i propri
confini , ed attraverso gli occhi e il corpo di altre persone trasmettiamo il
nostro messaggio. Perdiamo la posa della ritrattistica formale a beneficio di
inquadrature più creative . Non fraintendiamo però la creatività con l’osceno
con la deregulation totale . Creatività sottintende , padroneggiare i dogmi per
uscire da essi ma averne sempre ben presente i limiti. Il sottile confine che
esiste tra fotografia classica e fotografia oscena è la fotografia cretiva , un
sottile filo sul quale il funambolico fotografo deve camminare in equilibrio ,
e scivolare giù è facile .
Come
abbiamo già visto il ritratto può essere espressione del fotografo, del
soggetto o di entrambi. Se la ritrattistica ruota intorno all’essere umano, sia
esso in posa o colto in un atteggiamento spontaneo, la fotografia in toto è una
forma di meditazione, per capire in che direzione vanno i nostri ritratti e
dove vogliamo arrivare dobbiamo fotografare tantissimo. Il detto l’esercizio
rende perfetti vale sicuramente anche per la fotografia anche se i termini
usati non sono proprio i più corretti . La parola esercizio sembrerebbe
sotto intendere un compito che poi eseguiamo da soli per poi esporlo al giudizio
di un mondo in cui non esistono giudici. L’aggettivo perfetto fa pensare,
erroneamente, che dovremmo ambire ad una qualità impeccabile, cosa impossibile
considerando la caratteristica soggettiva dell’arte. E’ invece l’esercizio
intenso come “ sperimentazione personale” continua che ci permette di trovare
la nostra strada .
La
fotografia è un mezzo potente che assume un significato diverso a seconda di
chi la guarda . Il potenziale impatto di un ritratto dipende molto da i gusti
di chi la guarda dall’esperienza e dalle aspettative.
La
dimensione artistica della fotografia
non è sempre chiara perché è sempre strettamente legata alla tecnica. Pur essendosi
battuta per anni per essere riconosciuta come forma d’arte, ancora oggi ce chi
non la ritiene tale. Anche la fotografia ritrattistica pubblicitaria ha una sua
connotazione artistica perché c’è il desiderio, seppur impercettibile, di
scuotere chi guarda. Parlando di fotografia creativa devo necessariamente
accennare al fatto che uno dei modi migliori per creare è quello di utilizzare
la luce a proprio uso. Infatti nella fotografia di moda o pubblicitaria la foto
richiederà una luce adeguata per rendere il più realistica possibile lo
scatto. La foto creativa necessita di sfruttare al meglio tutte le risorse
siano flasjìh luci fisse, modificatori diffusori tempi e diaframmi in modo non
convenzionale così da tentare ogni via per ottenere il proprio pre visualizzato
obiettivo. Non stimo parlando di PIU’ E’ STRANO PIU’ E’ ARTISTICO , anzi non c’è
nulla di peggio di partire con l’idea di fare arte , questo non deve essere un
nostro problema, per noi l’essenziale è trovare qualcosa dentro da comunicare e
veicolarlo attraverso la fotografia ed il ritratto sino ad avere la
soddisfazione di vederlo creato. La tecnica e l’attrezzature deve essere
l’ultima delle nostre preoccupazioni, scoprire il vuoto dentro di noi deve
essere la delusione maggiore , in assenza di ISPIRAZIONE non ci sono megapixel
che possano sopperire.
La
prima cosa da stabilire è lo scopo del ritratto ovvero se è stato commissionato
o se può essere usato liberamente dal fotografo, in pratica, è il destinatario
delle immagini a dettare il contenuto. Tuttavia anche in uno scatto
commissionato è il fotografo a prendere autonomamente tutte le decisioni
estetiche. La scomposizione di un ritratto nei suoi elementi chiave –
composizione, illuminazione e concetto è estremamente utile per tutti gli
artisti che concepiscono la fotografia come una abilità acquisibile ma lo è
ancora di più per tutti quei fotografi emergenti alla ricerca di un proprio
stile. Come poter mettere insieme al
meglio il soggetto con l ambiente in cui si trova ? Durante il percorso
analizzeremo tutti gli aspetti pratici che ci consentano di rispondere al
meglio a questa domanda. Ma la cosa che ora deve essere necessariamente
chiarita è che va valutata sono i singoli aspetti che influenzano il rapporto
tra soggetto e ambientazione : la personalità del modello/lla, il contesto
disponibile (oggetti di scena etc) l’illuminazione e l’atmosfera o il messaggio
che si vuole trasmettere. Profondità, colore, movimento, pose e post-produzione
sono questi gli aspetti tecnici che vanno analizzati per ottenere il massimo
dal vostro lavoro.
1. MESSAGGIO:
Va considerato spesso che l’uso di luce fotografica complica il lavoro se
vogliamo ottenre un immagine estremamente naturale. Gli autoritratti (selfie)
spesso lavorando con luce naturale ottengono un effetto spontaneo decisamente
più incisivo rendendo il lavoro del ritrattista più complesso. Approcciamo il
servizio fotografico avendo qualcosa in mente, non cerchiamo di scattare a
vanvera nella speranza che venga fuori qualcosa , curiamo ogni dettaglio anche
infinitesimale cercando di delineare il nostro obiettivo, contestualmente però
non dobbiamo incaponirci, “ Se vi ponete in una situazione pregna di
significato, sarà il significato a trovarvi Se provate ad imporre un
significato per aggiungere contenuto non otterrete mai nulla (DiCorcia, 2011) ” quindi partiamo da
un idea e lasciamo che il colore e l’illuminazione ci guidino nel perseguirla.
Bisogna lasciarsi andare un po allo spirito elastico della fotografia
2. PERSONALITA’:
ho fino ad ora utilizzato un termine antipatico che mi indispone “Modello” io
lo considero un modo freddo distaccato troppo legato all’icona della bellezza
stereotipata dei giorni d’oggi. Quando parliamo di modelli ci aspettiamo delle
persone canonicamente belle. Naturalmente per una questione pratica utilizzo
anche io questo termine , ma con un’accezione molto più ampia e meno dogmatica.
Spesso il fotografp è portato a gestire e plasmare il modello per come era la
sua concezione del progetto iniziale, lasciamo però libero sfogo al nostro
collaboratore che potrà, se ben ispirato regalarci scatti di una naturalezza
impressionante.
3. ILLUMINAZIONE:
Per realizzare fantastici ritratti non è necessario possedere una reflex
digitale di ultima generazione. Certo la gamma dinamimica di queste ultime vi
consente di fotografare in condizioni di luce “estreme” più rapidamente e con
una risoluzione elevata. Tuttavia i
progressi tecnologici non sono necessariamente correlati al successo di
una fotografia. La macchina fotografica, comunque, potrà aiutarvi
esclusivamente da un punto di vista tecnico , ma ciò che realmente conta sono i
contenuti, l’intenzione.
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