lunedì 25 gennaio 2016

LA LUCE NELLA FOTOGRAFIA DI RITRATTO Parte 1

Lasciamoci ossessionare dalla luce

Osservare la luce deve diventare un esercizio quotidiano. L’effetto che la luce riflessa ha sugli oggetti ma soprattutto sui volti sui corpi , le ombre o l’assenza di esse deve essere per voi costante motivo di osservazione. I colori dorati della luce al mattino, esaminare le ombre formate da una tazzina poggiata sul tavolo del bar , alcune volte se ne formano tre , chiedersi come può avvenire come posso riprodurlo. Le piccole ombre nette all’ora di pranzo, i bagliori metallici prodotti verso il pomeriggio l’arancio salmone delle nuvole ed il colore del cielo che degrada dall’alto indaco al turchese sull’orizzonte. Tutte queste osservazioni fanno parte di una vivace capacità di sservazione e di una delicata sensibilità da parte del fotografo. Inquadrare con gli occhi e scattare una foto da archiviare mentalmente .
Con l’acronimo DICCD indichiamo le cinque voci che ci aiuteranno a valutare la luce
·         DIREZIONE
·         INTENSITA’
·         COLORE
·         CONTRASTO
·         DUREZZA



Imparare a vedere la luce migliorerà rapidamente le vostre fotografie. Vedere realmente la luce non è solo una questione di vista, bisogna pensare realmente ad essa . Pensiamo sempre alle ragioni per cui la luce appare così com’è. Pensiamo DICCD.

DIREZIONE
Da dove proviene la luce
La direzione della luce ha enormemente a che fare con il creare un senso di forma e texture alle immagini. Per essere più precisi la direzione della luce controlla la larghezza delle ombre . E’ l’ombra effettivamente a creare un senso di forma e texture nelle fotografie . SE VOGLIAMO CREARE UNA LUCE INTERESSANTE , BISOGNA CREARE OMBRE INTERESSANTI , QUINDI GUARDIAMO LA LUCE E PENSIAMO ALLE OMBRE.
Quando guardiamo una scena ne vediamo la profondità perché la distanza tra i nostri occhi ci consente di vedere in “modalità stereoscopica” . La visione è quindi tridimensionale. Una fotografia visualizzata ha solo due dimensioni quindi per restituire profondità alle nostre immagini utilizzeremo le geometrie e le ombre.  La geometria ci dice che gli oggetti cgrandi di si trovano vicino mentre quelli più piccoli lontano le ombre invece ci rivelano la sagoma dell’oggetto.
La posizione e la larghezza delle ombre in una fotografia è data dall’angolo tra la macchina fotografica e la fonte di luce. Per capire meglio fare mo anche degli essercizi pratici. Immaginiamoci ora in modo teorico di avere un soggetto illuminato da un’unica fonte di luce e di farla ruotare in modo circolare attorno allo stesso. Vedremo la direzione come una delle seguenti possibilità.
·         Sopra la macchina fotografica o allineata con essaquesto questo significa che la luce arriva direttamente sulle nostre spalle , questa condizione crea delle luci piatte spesso con assenza di ombre significative. Da valutare sui primi piani ma spesso non adatte a catturare una scena
·         Angolata verso il soggetto (45°) destra o sinistra. Quando la luce raggiunge il soggetto da una posizione angolata rispeto alla macchina fotografica, si creano delle ombre, e le forme / texture diventano più visibili. La larghezza delle ombre aumenta con l’allontanarsi laterale della sorgente di luce.
·         Di lato rispetto al soggetto (90°) destra o sinistra: Quando la luce principale arriva al soggetto da un lato si otterrà una luce molto teatrale , in alcuni casi eccessiva. Vedremo successivamente che sarà necessario inserire una luce di riempimento o un pannello riflettente dall’altro lato per rendere più interessante lo scatto.
·         Dietro al soggetto (135° o 180 °) : La luce in questa posizione ci consente il classico scatto silhouette, la luce proveniente da dietro viene considerata come luce secondaria , Scattare , ad esempio con la luce del sole alle spalle dei soggetti è sempre un’ottima soluzione ma è necessario calibrare in modo corretto una luce principale a compensare sulla parte frontale del soggetto.
Nota : Riempire le ombre. Per quanto le nostre fotocamere siano buone non potranno (per il momento) riportare l’ampia visuale umana . Se nella scena la differenza tra la zona più illuminata e i punti più bui è eccessiva alcuni dettagli in una o nell’altra zona saranno privi di informazione . Sarà necessario intervenire per colmare le zone dombra.
Luce chiave main light: E’ la luce principale che colpisce il soggetto. Alcune volte proviene da davanti o è leggermente angolata
Luce di riempimento fill light: Luce che viene aggiunta alle onbre.Può essere creata facendo rimbalzare una luce su un riflettore o aggiungendo una luce secondaria , come un flash.

Anello o luce di contorno ream light: Una luce proveniente da dietro che è vista dall’apparecchio fotografico come un contorno sottile di luce intorno al bordo del soggetto.

ECCO ALCUNI ESEMPI
il primo (figura ) la luce è posizionata frontalmente alla modella. Lo sfondo è illuminato in modo quasi uniforme il viso della Martina è pulito da ogni ombra . Un’immagine abbastanza piatta che può rivelarsi un buon punto di partenza per alcuni tipi di fotografia . Le foto non sono state ritoccate per rendere l’effetto il più didascalico possibile. Lo schema luci consiste nel posizionale una luce su ottagon o softbox in linea con la modella ad una altezza di circa 60 cm oltre l’altezza del soggetto stesso. Questo tipo di illuminazione risulta naturale ma poco emozionante.
Modella Martina Pigoni       Mua Marzia Pistacchio

In questa seconda soluzione sul viso cominciano a crearsi alcuni contrasti tra luci ed ombre . Questo tipo di illuminazione ottenuta con una fonte di luce a 45° rispetto al soggetto  non è di facile impiego e necessita di una cura molto minuziosa per ottenere un risultato ottimale è comunque un buon inizio. Come si può notare lo sfondo comincia a disgregarsi un po . Questo tipo di effetto se utilizzato in modo corretto può essere già di grande effetto 


Modella Martina Pigoni  Mua Marzia Pistacchio


In questo ultimo caso la luce si trova a 90* rispetto a Martina . La parte Sinistra è quasi completamente in ombra lo sfondo è decisamente più scuro. Così come si vede in questo scatto questa luce non rende giustizia alla modella, ma sicuramente rappresenta un punto di vista creativo dal quale partire per sviluppare un progetto più teatrale più intenso






I brevi esempi sopra riportati fanno parte di una serie di scatti da tener presente in fase di creazione di un set. Non è sempre necessario creare schemi luce iperbolici per ottenere il risultato voluto, poche luci ben regolate possono darci risultati inaspettati.

Abbiamo appena notato come l’angolazione tra la macchina fotografica e la luce influisca sulle ombre dell’immagine . Fin qui non ho fatto un grosso distinguo tra luce diretta diffusa e riflessa anche se ho menzionato soft box . Ora cercherò di approfondire questo concetto . Bisogna sempre considerare se la luce arriva direttamente dalla sua fonte o nel tragitto venga in qualche modo deviata.
 La luce diretta cade dritta dalla sua fonte al soggetto . Questo tipo di luce crea ombre con forte contrasto e margini duri . La luce del sole durante una bella giornata, è una luce diretta . Anche la luce proveniente dal flash di una macchina fotografica può essere luce diretta, nonostante abbia molti utilizzi la mia preferenza cade comunque sulla luce diffusa o riflessa.
La luce diffusa passa attraverso un materiale semitrasparente situato tra la fonte di luce ed il soggetto. La luce diffusa crea ombre con un contrasto minore e bordi più morbidi rispetto alla luce diretta. A seconda di quanto la luce sia diffusa si può raggiungere una leggerezza delle ombre talmente elevata da renderle quasi impercettibili. Le nuvole sono un ottimo esempio di come si può diffondere la luce.
La luce riflessa rimbalza su una superficie opaca prima di colpire il soggetto . la luce del sole che rimbalza sul muro di calcestruzzo di un edificio è un esempio di luce riflessa . In fotografia possiamo utilizzare pannelli di poliplat bianchi o riflettori di diversi tessuti per far rimbalzare la luce . I flash montati sulla slitta della nostra fotocamera spesso si possono inclinare per consetire alla luce di rimbalzare su una superficie neutra che la possa diffondere rendendo le ombre più morbide. Come si apprendrerà in seguito le luci diffuse e riflesse sono più morbide perché incrementano la dimensione apparente della fonte luminosa.

Intensità

Quanto è luminosa ogni sorgente di luce?
Pur essendo un concetto semplice spesse volte si fa l’errore di sottovalutarne l’importanza soprattutto da un punto di vista creativo. Oltre a ragionare sul fatto che la luce possa essere luminosa o fioca concentriamoci anche su tutti i modi in cui la sua intensità può influire sul nostro scatto. Le impostazionio di esposizione di una macchina fotografica si basano fondamentalmente sull’intensità della luce presente nella scena. Per ogni quantitò di luce data ci sono innumerevoli combinazioni di iso, velocità di otturazione e diaframma. Queste tre impostazioni di macchina lavorano in direzioni opposte il che significa che per mantenere invariata l’esposizione generale se si aumenta accellera una di esse se ne deve diminuire rallentare in proporzione un'altra. Se nessuna di queste combinazioni vi sofddisferà dovremmo necessariamente intervenire sulla intensità della luce . Se abbiamo più fonti di luce allora la loro intensità influenzerà il contrasto . Solitamente il contrasto si crea quando l’intensità della luce risulta maggiore da un lato rispetto all’altro.

Nei due esempi qui sotto si può notare che , posizionando due luci 45° destra e sinistra della modella possiamo ottenere un’illuminazione abbastanza uniforme del corpo e del viso , l’intensità delle due luci è la medesima , e nonostante il braccio alzato sul lato sinistro non vi è presenza di ombre sul viso. Nel secondo caso oltre ad aver diminuito l’intensità delle due sorgenti luminose le ho anche squilibrate rendendo il ritratto più intenso. 




Modella Eloisa Giangrasso        Mua Marzia Pistacchio




Distanza e Intensità: La verità è che più la luce viene da lontano, più si disperde. Disperdendosi perde di intensità. Avvicinarla per farla diventare più intensa ed allontanarla per farla diventare più tenue sono due concetti banali che hanno riflessi ben più importanti sulla durezza che vedremo successivamente.




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